venerdì 1 ottobre 2010

If you see something say something

Ho da poco salutato papà, nonostante vada via per pochi mesi la partenza per gli Stati Uniti è emotivamente più importante di un anno passato in Spagna, probabilmente perché ancora legato all’esperienza universitaria. Quando inizi a decidere autonomamente della tua vita le cose si complicano, resta difficile capire anche solo cosa ti piace.

All’imbarco dei voli internazionali una coppia di ragazzi si bacia e si abbraccia negli ultimi 10 metri prima della zona riservata ai viaggiatori, lei visibilmente commossa lui con gli occhi lucidi tiene a stento le lacrime.
così mi sono ricordato quando accompagnai Belen alla stazione, il giorno della sua partenza. Lei tornava in Spagna dopo aver concluso il suo erasmus a Roma. Sembrava non ci saremmo più visti invece le cose andarono diversamente.
Una partenza romantica interrotta bruscamente da mio padre che a distanza grida: “MARCO, LA BOTTIGLIETTA!!!” mi stavo avvicinando agli imbarchi armato di the freddo.

Qualcuno mi ha chiesto “scappi di nuovo?”.
In verità considero questo viaggio semplicemente per quello che è, una buona opportunità.
Quando non si ha nulla, in fondo, non si ha nulla da perdere. Quando il senso di famiglia e di amicizia assumono un valore per così dire spirituale è più facile considerare che gli affetti importanti sono quelli che portiamo sempre con noi. Una fuga è considerata quell’azione che ci allontana da qualcosa che può arrecarci danno, ma non è sempre così.

“Per diventare un'artista dovevo scappare da quella scuola e per me New York era Jackson Pollock che sorseggiava vodka, e sgocciolava pittura su una tela grezza.”
Factory Girl























Sembra facile restare intimoriti se appena arrivi a destinazione trovi una gang di portoricani ubriachi a torso nudo a darti il benvenuto. Proprio li, davanti al DELI&GROCERY.
Di fronte invece c'è il mio ostello, con un clima completamente differente. Gente da tutto il mondo che condivide gli stessi spazi. La cosa più strana è stata trovare una scolaresca in viaggio di istruzione. Tutto sommato l'ostello è il miglior modo per interagire con culture differenti, molto meglio del solito alloggio in albergo e sicuramente più economico.


Il mio ostello si trova alla fine di Central Park sulla Amsterdam ave. a due passa dalla Broadway, qualla che viene considerata la Midtown west. Basta una passeggiata e ti senti proiettato in un film di Spike Lee. Ce ne sono di personaggi assurdi in questa città.
Seduto a Union Square davanti a me c'è un tipo che ferma le persone per farsi mettere il culo i faccia...non è sicuramente la migliore immagine che posso offrire della mia passeggiata nella downtown, ma in questo posto capitano spesso episodi a cui non riesci a dare una vera e propria spiegazione. Times square ad esempio. Sembra assurdo che migliaia di persone passino il loro tempo fotografando giganteschi cartelloni pubblicitari (naturalmente non posso escludermi da questo insieme di persone).
























L'impressione che ho avuto in questi primi giorni è che sia data a tutti la libertà di espressione sotto qualsiasi forma. Si è liberi di muovere la testa a tempo di musica in metropolitana senza essere disturbati da sguardi indiscreti. Per assurdo posso affermare che potrei tranquillamente girare con una banana in testa senza essere preso in considerazione.
Sicuramente niente di nuovo per chi ha già vissuto questa città, credo tutto sommato in quelle piccole sfumature che rendono un epserienza assolutamente unica,  quelle che riesco sicuramente ad esprimere meglio attaverso le immagini .